Violenza di genere e abilismo. Conoscerli per decostruirli

da | 16/01/2025 | Divulgazione | 0 commenti

Non solo il 25 novembre, ma tutto l’anno è necessario parlare di violenza di genere. 

 

Con questa espressione si intende una serie di atteggiamenti compiuti da un aggressore (spesso uomo) contro una vittima (di solito di genere femminile, da cui l’espressione “di genere”). Questi atteggiamenti non si limitano ad aggressioni corporali con calci e pugni, ma possono anche consistere, ad esempio, nell’abuso  del corpo della vittima senza il suo consenso (violenza sessuale), nella privazione dell’indipendenza economica di una donna in modo che diventi succube e dipendente dall’uomo (violenza finanziaria), in attacchi sotto forma di minacce e insulti (violenza verbale) o nella manipolazione che mira a far dubitare la vittima di se stessa e della sua posizione di persona offesa, danneggiandola psicologicamente (violenza psicologica).

 

Un altro aspetto strettamente collegato alla violenza di genere è l’abilismo. L’abilismo è la tendenza a considerare inferiori, discriminare e umiliare  le persone disabili in base a caratteristiche fisiche, sensoriali o mentali che non corrispondono agli standard di normalità stabiliti in modo arbitrario dalla società. Questa tendenza può manifestarsi in comportamenti che variano dall’indifferenza all’organizzazione di eventi in luoghi inaccessibili a persone con disabilità motorie, fino al negazionismo nei confronti delle disabilità neurologiche. 

 

Le donne disabili, in particolare, sono vittime di una doppia discriminazione, che può talvolta sfociare nella violenza. Tutto ciò è dovuto a stereotipi e luoghi comuni che hanno come punto di partenza un processo di infantilizzazione: le donne disabili vengono infatti considerate alla stregua di bambine prive di sessualità, destinate a essere ignorate, non credute se affermano di aver avuto rapporti sessuali o interpellate col tono di voce solitamente riservato ai neonati. 

 

Nel corso di una riunione congiunta delle commissioni Diritti Pari Opportunità e IV sociali, svoltasi a Torino lo scorso ottobre col presidio di Elena Apollonio, è emerso che da gennaio 2024 ci sono state centosette segnalazioni di violenza sulle donne disabili, nella maggior parte dei casi con disabilità cognitive o appartenenti allo spettro autistico e in quanto tali molto vulnerabili, sia in ambito domestico sia in contesti sanitari come i luoghi di cura. Questo dato dimostra la necessità di prevenire e contrastare quanto prima le violenze, necessità che deve partire anzitutto dalla rimozione degli ostacoli che le donne disabili sono costrette ad affrontare nella ricerca di sostegno per uscire da una condizione di violenza. Spesso, infatti, si imbattono in barriere architettoniche che impediscono l’accesso a molti centri antiviolenza e, come se non bastasse, subiscono i pregiudizi degli operatori sanitari che non credono alle loro testimonianze. 

Ciò rende necessaria la creazione di percorsi di formazione per gli operatori e le operatrici del settore, affinché possano garantire l’accessibilità alle strutture antiviolenza, acquisire la consapevolezza sulle discriminazioni a cui le donne disabili sono continuamente esposte e apprendere il modo migliore per assisterle.

 

Al momento in Italia le strutture accessibili e preparate all’accoglienza di donne disabili sono sei, la prima delle quali è il Centro Antiviolenza del Comune di Torino a cui è collegato il Servizio Antiviolenza Disabili. Questo sportello offre un sostegno psicologico alle donne disabili vittime di violenza, accompagnandole alla denuncia, garantendo loro consulenza legale e psichiatrica e cercando soluzioni abitative per la sicurezza. Tutti gli operatori e tutte le operatrici sono formate in ambito di disabilità e violenza.

 

Un altro centro accessibile molto importante è il Diversamente Donna di Roma, che nel 2018 ha lanciato l’Osservatorio sulle Violenze contro le Donne con Disabilità, uno strumento di monitoraggio che ogni novembre, mese in cui ricorre la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, raccoglie i dati delle violenze di genere abiliste avvenute durante l’anno.

 

L’augurio è che i centri già presenti possano fungere da modelli di riferimento e ispirazione per altre strutture su tutto il territorio nazionale, e che questo possa essere il primo passo per costruire una società più equa in cui le donne siano al sicuro da ogni forma di violenza.

 

Se avete assistito a un episodio di violenza, avete visto una donna fare questo gesto:

 

 

 o avete bisogno di uscire da una situazione di violenza, potete chiamare il numero di emergenza 1522 per  contattare  i centri antiviolenza presenti in tutto il territorio nazionale. 

Se siete persone disabili, potete telefonare al Centro Antiviolenza Disabili al numero 01101131500 o contattare la coordinatrice del Servizio Antiviolenza Disabili Giada Morandi inviando una mail a progettoilfiordiloto@gmail.com

 

Se invece desiderate approfondire l’argomento potete consultare i seguenti siti:

 

Disabili.com:  https://www.disabili.com/amici-e-incontri/articoli-amici/essere-una-donna-con-disabilita-oggi-parliamo-di-salute-sessuale-e-violenza-di-genere

 

Differenza donna: https://www.differenzadonna.org/violenza-sulle-donne-diversamente-abili/#:~:text=Differenza%20Donna%20%C3%A8%20l’unica,diritti%20delle%20ragazze%20con%20disabilit%C3%A0%22.

 

cittAgorà: http://www.comune.torino.it/cittagora/altre-notizie/violenza-contro-donne-disabili-107-casi-segnalati-da-ge01101131500nnaio.

 

informareunh.it: https://informareunh.it/servizi-antiviolenza-preparati-ad-accogliere-donne-con-disabilita/

 

ilfiordiloto: https://www.ilfiordiloto.org/servizio-antiviolhttp://www.ilfiordiloto.org/servizio-antiviolenza-disabili/enza-disabili/

 

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